Noise Logger: intervenire grazie al “rumore”

Noise logger

Grazie al progetto “Global Water Evolution”, Egato 4 Lazio Meridionale – Latina introdurrà l’utilizzo di diversi metodi di pre-localizzazione nella ricerca di perdite occulte. Tra questi, sarà incluso un sistema di monitoraggio del rumore attraverso la tecnologia noise logger che permetterà di migliorare sensibilmente la capacità di individuare le perdite occulte.

L’istallazione includerà circa 4 o 5 dispositivi per chilometro (su un totale di 80 chilometri di rete coinvolti); ma quale sarà il loro funzionamento?

La tecnologia “noise logger”

Il noise logger per sistemi idrici è un dispositivo per il monitoraggio acustico delle reti di distribuzione dell’acqua composto principalmente da tre elementi:

  • Un accelerometro, sensore utilizzato per rilevare le frequenze sonore;
  • Un’unità di registrazione dei dati;
  • Un sistema di radio ricetrasmittente per l’invio degli stessi a un’unità centrale separata.

Il dispositivo viene installato all’interno del sistema idrico per rilevare e registrare il rumore generato dal flusso dell’acqua ed è utilizzato sia per raccogliere dati in operazioni di controllo occasionali, sia per un monitoraggio di lunga durata o permanente.

Come avviene l’intervento? Dall’istallazione al monitoraggio

Nella primissima fase di installazione, il dispositivo viene posizionato all’interno della rete di distribuzione idrica. Questo può essere fissato sia sulla superficie esterna della tubazione sia direttamente all’interno della tubatura. Una volta collocato, inizia a registrare i rumori generati dal flusso d’acqua, riuscendo da questi a individuare suoni anomali o irregolarità laddove presenti perdite, rotture o problemi di diversa natura.

Una volta individuato il rumore e dopo aver rilevato i dati necessari, il noise logger riesce a trasmetterli in tempo reale a un sistema centrale di monitoraggio grazie a un tipo di comunicazione wireless. In questo modo, gli operatori riusciranno ad avere un immediato quadro delle condizioni della rete idrica, riuscendo a intervenire tempestivamente.

I suoi vantaggi

I vantaggi offerti da questo tipo di tecnologia sono numerosi e incidono tanto sulla salute dell’ambiente quanto sull’efficienza nella gestione delle reti di distribuzione delle acque.

Una delle prime opportunità offerte dai noise logger è il rilevamento precoce delle perdite: attraverso il monitoraggio costante del flusso di acqua, è possibile rintracciare anomalie o perdite nella rete idrica in uno stadio precoce. Ciò permette di intervenire tempestivamente per ridurre gli sprechi. Così facendo, i dispositivi consentono di preservare la risorsa idrica e prevenire i danni che le perdite incontrollate potrebbero causare al suolo. Inoltre, la tecnologia riesce a individuare l’esatto punto in cui incorre il problema, permettendo agli operatori di effettuare interventi mirati riducendo, dunque, le interruzioni del servizio. Oltretutto, attraverso l’utilizzo di questa tecnologia si è in grado di migliorare l’efficienza del sistema idrico, ottimizzando i flussi d’acqua nelle tubature, programmando attività di manutenzione preventiva e riducendo i costi operativi richiesti dalla rete.

Pubblicato il bando per la formazione di operatori economici in ambito di collaudo e verifica di conformità

L’EGATO 4 Lazio Meridionale – Latina ha avviato una procedura di selezione per la formazione di un elenco di operatori economici interessati all’affidamento di incarichi professionali di collaudo e/o verifica di conformità in corso d’opera, nell’ambito di vari interventi del Gestore del S.I.I. (Acqualatina S.p.A.).

Il termine ultimo per l’invio della domanda, corredata della documentazione necessaria, sarà entro e non oltre le ore 23:59 del 06 agosto 2023.

I requisiti di ammissione e la documentazione sono consultabili e reperibili dal sito della PA digitale o ai seguenti link:

Sprechi idrici in estate? Cambia le tue regole!

Estate 5 consigli per risparmia acqua

Con l’estate e l’aumento delle temperature, il consumo di acqua accresce senza, però, togliere spazio agli sprechi. Con Egato 4 Latina ci impegniamo da sempre a tutelare la risorsa idrica e ad aiutare i cittadini ad apprendere buone pratiche di utilizzo.

Ecco, quindi, 5 semplici consigli che potranno aiutarti a risparmiare questa preziosa risorsa durante il periodo estivo:

1. Riutilizza l’acqua di scarto dei tuoi elettrodomestici

Aria condizionata e deumidificatori possono salvarti dal caldo estremo, ma è possibile rendere questi due alleati più sostenibili? Un metodo semplice e pratico è quello di raccogliere l’acqua di scolo prodotta per riutilizzarla nei nostri ferri da stiro.

2. Un lavaggio a freddo

Si sa, l’utilizzo degli elettrodomestici, in particolare delle lavatrici, accresce con l’alzarsi delle temperature. Per avere vestiti sempre freschi e puliti, avvia lavaggi brevi, eco e a basse temperature. Inoltre, assicurati di avere in casa elettrodomestici appartenenti alla classe A++ o A+++, risparmierai anche nel consumo energetico!  

3. Tieni d’occhio la piscina

Se possiedi una piscina, sia questa interrata o semplicemente gonfiabile, coprila quando non la utilizzi o di circondala con una siepe così da creare una zona ombreggiata. In questo modo, ridurrai la quantità di acqua che potrebbe evaporare a causa del caldo.

4. Una cura intelligente del giardino

Se possiedi un giardino o uno spazio esterno ricco di piante, dedica del tempo per irrigare durante le prime ore di luce del mattino o al tramonto. In questo modo il terreno potrà assorbire l’acqua più agevolmente e ne eviterà l’evaporazione.

5. Una doccia al volo

È ormai risaputo: preferire una doccia a una vasca permette di risparmiare una grande quantità di litri di acqua! Questo è consigliabile soprattutto d’estate: l’acqua è un buon modo per rinfrescarsi, ma ricordati di utilizzarla in maniera rispettosa. Quando ti lavi, chiudi il getto d’acqua mentre ti insaponi e riaprilo soltanto per pochi minuti. Ricorda: una doccia di 5 minuti richiederà un quantitativo di ben 50 litri!

Una volta messi in pratica tutti i consigli, non dimenticarti di tenere d’occhio la bolletta: è possibile, infatti, che gli sprechi non derivino dal tuo utilizzo, ma da perdite o tubature vetuste. Un improvviso aumento dei tuoi pagamenti sarà un allarme da non ignorare!

Credi di conoscere già tutto sul risparmio idrico? Prova il nostro quiz e scopri nuovi modi di utilizzo sulla nostra pagina di consigli!

Rendiconto, DUP e Bilancio di Egato 4: via libera all’unanimità dalla Conferenza dei Sindaci

Si è riunita questa mattina la Conferenza dei Sindaci dell’ATO 4 Lazio Meridionale – Latina, convocata dal Presidente Gerardo Stefanelli, per la discussione e l’approvazione del Rendiconto di gestione anno 2022, del Documento Unico di Programmazione 2023-2025 e del Bilancio di previsione triennale. La Conferenza ha approvato all’unanimità i tre documenti.

L’incontro di oggi ha contribuito ad indicare le linee strategiche ed operative, contenute all’interno del DUP, che verranno adottate dall’ente nel triennio 2023-2025.  Per la prima volta nel bilancio di EGATO sono stati inseriti i finanziamenti ottenuti nell’ambito del PNRR per un ammontare complessivo di circa 40 milioni di euro destinati alla riduzione delle perdite della rete idrica.

Tra i progetti più rilevanti troviamo la realizzazione di due impianti di depurazione delle acque per le isole di Ponza e Ventotene. Il finanziamento di tali opere ha già ottenuto una prima approvazione da parte della Regione Lazio e si attende solamente il decreto ministeriale che darà il via libera definitivo.

“Per la prima volta abbiamo inserito i fondi ottenuti dal PNRR nel bilancio, un passo fondamentale per aumentare l’efficienza della rete – afferma il Presidente di Egato 4 Lazio Meridionale – Latina e della Provincia, Gerardo Stefanelli –. l’Ente che si trova davanti a un momento di svolta fondamentale: come sempre, ringraziamo la Conferenza dei Sindaci per la fiducia dataci e ci auspichiamo che la sinergia di questa mattina ci possa portare all’approvazione del nuovo Statuto, documento fondamentale per una maggiore operatività dell’Egato”.

Tecnologia NO-DIG: interventi “senza scavo”

no-dig

Egato 4 Lazio Meridionale – Latina, attraverso il progetto “Global Water Evolution” ha scelto di risanare 120 km di condotte vetuste e ammalorate utilizzando tecniche non invasive e rispettose del suolo grazie alla cosiddetta tecnologia “no-dig”, o “senza scavo”.

Ma che cosa significa?

L’approccio no-dig

Quella “senza scavo” è un tipo di tecnologia utilizzata per l’installazione, la riparazione o la sostituzione di infrastrutture sotterranee senza la necessità di produrre i tradizionali “scavi al cielo aperto” sul terreno.

L’obiettivo principale di questo tipo di intervento è quello di ridurre i costi e i tempi di esecuzione necessari a produrre le cavità nel terreno, operando in maniera chirurgica e dando un apporto positivo al suolo nel quale si interviene.

Alcuni esempi di interventi senza scavo

Le tipologie di intervento offerte da questa tecnologia sono numerose e dipendono dal tipo di terreno e dalle condizioni delle tubature esistenti. Tra i principali metodi che verranno applicati sul suolo dell’Ambito Territoriale n° 4:

  • TOC (Trivellazione Orizzontale Controllata) – una metodologia che combina l’uso di un raggio laser ad alta potenza con un sistema di taglio meccanico in grado di creare una galleria sotterranea senza il bisogno di escavatori. Il calore generato dal laser, infatti, scioglie e vaporizza il terreno, creando una cavità. Contemporaneamente, il sistema di taglio meccanico (effettuato da lamine o dischi rotanti) rimuove il materiale fuso e crea il tunnel. È un tipo di tecnologia utilizzabile in una vasta gamma di terreni, compresi quelli rocciosi o che presentano falde acquifere;
  • Relining mediante tecnologia Hoseling – un processo di inserimento di nuove tubature all’interno di quelle vetuste. Generalmente è suddiviso in due categorie: quella con “tubo continuo”, che prevede l’inserimento di un condotto in polimeri all’interno di quello esistente, il quale verrà gonfiato ed espanso facendolo aderire alle pareti dell’infrastruttura danneggiata; il secondo tipo di relining vede invece inserimento di sezioni di tubo più corte (generalmente in pvc o acciaio) all’interno di quello esistente, le quali vengono collegate alle estremità e sigillate per evitare infiltrazioni;
  • Pipe-curing e CIPP – una tecnologia che prevedere l’inserimento di una resina liquida all’interno di una tubatura vetusta. Il liquido, iniettato tramite specifiche attrezzature, viene distribuito uniformemente sulle pareti interne all’infrastruttura danneggiata e, una volta aderito, viene avviato il processo di indurimento attraverso calore, luce ultravioletta o altre fonti di energia. In tale maniera vengono occlusi i punti di perdita in modo istantaneo e permanente. Un metodo specifico di pipe-curing è il CIPP, che in aggiunta al primo utilizza un tubo in polimeri per distribuire e indurire la resina.

I vantaggi della tecnologia no-dig

La tecnologia no-dig offre numerosi vantaggi, tra cui una maggiore velocità di installazione e dei tempi di realizzazione di intervento, riduzione dei costi economici e minori disturbi per l’ambiente e la comunità circostante.

La tecnologia riesce, infatti, a evitare la manomissione del manto superiore di superfici costruite dall’uomo o naturali, impattando in modo positivo sull’ambiente e riducendo l’impatto del traffico veicolare e, di conseguenza, di disagio arrecato alla popolazione.

Inoltre, si stima che la tecnologia permetta di ridurre i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori e la possibilità di eseguire lavori in aree sensibili o di difficile accesso.

Investimenti su fognature e depurazioni: pubblicato l’esito delle proposte progettuali. Ponza e Ventotene ammesse a finanziamento

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato gli esiti dell’attività istruttoria condotta sulle proposte progettuali presentate da Regioni e Provincie autonome per la Misura M2 C4 inerente a investimenti su fognature e depurazioni.

Tra le 328 candidature totali registrate, è stata proposta l’ammissibilità a finanziamento a 176 proposte progettuali, due delle quali riguardanti l’Ambito Territoriale Ottimale n° 4 – Lazio Meridionale, Latina.

Tra i territori interessati Ponza e Ventotene, per i quali sono previsti due diversi interventi:

  1. Il potenziamento dell’impianto di depurazione Giancos (Ponza), per il quale verranno disposti più di 4 milioni di euro di finanziamento;
  2. L’adeguamento funzionale dell’impianto di depurazione nella località Faro (Ventotene), per il quale verrà disposto più di 1 milione di euro di finanziamento.

L’investimento, che sarà implementato all’emanazione del decreto, coprirà un totale di 4.100 residenti del territorio dell’ATO4 entro il 2026.

Il Presidente di Egato 4 Lazio Meridonale – Latina e della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli: “Due delle proposte progettuali riguardanti il territorio dell’ATO4 sono state ritenute ammissibili a finanziamento. È un risultato significativo, per il quale desidero ringraziare il Ministero sulla fiducia accordataci. L’investimento ci permetterà di migliorare notevolmente il sistema di depurazione di Ponza e Ventotene, garantendo un ambiente più sicuro per gli oltre 4 mila cittadini interessati”.

Un’onda di “blu” per la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo

Mare Nostrum” è il modo in cui veniva definito il Mediterraneo ai tempi dell’Antica Roma.
È il “nostro mare” e l’8 luglio se ne celebra la giornata: istituita nel 2014 con la collaborazione di Earth Day Italia e il supporto della Marina Militare Italiana, la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo nasce con lo scopo di stimolare l’interesse verso la sua salute e di sensibilizzare sui pericoli causati dall’inquinamento, dalla pesca eccessiva e dalla perdita degli habitat costieri.

Il Mediterraneo rappresenta soltanto l’1% dell’intera superfice oceanica ma, nonostante ciò, presenta una notevole biodiversità, con più di diecimila specie marine e una grande diversità di ecosistemi da salvaguardare.

Infatti, nonostante la numerosa quantità di “vita” che anima i suoi fondali, il mare è minacciato ogni giorno da pesca intensiva, prodotti chimici, ricerca di combustibili fossili e trasporti marini. A questo si aggiunge l’enorme quantità di rifiuti accumulati: il Mediterraneo “accoglie” oltre il 70% di rifiuti gettati in acqua tra i quali, come viene indicato da Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale (ISPRA)
, il 77% è plastica. L’impatto non è da poco: i rifiuti e, in particolare, la plastica possono rimanere nell’ambiente per centinaia di anni, attaccando la fauna marina (che spesso ingerisce i rifiuti o viene ferita da questi ultimi), portando alla contaminazione della catena alimentare marina (e, di conseguenza, umana) e impattando sugli ecosistemi costieri- si stima che sulle nostre spiagge sia presente una media di 400 rifiuti ogni 100 metri.

ISPRA, proprio in occasione di questa giornata, nel 2021 ha realizzato il documentario “Colori profondi del Mediterraneo” per far conoscere a tutti cosa si nasconde sotto la sua superfice e per stimolare a proteggere la ricchezza che ospita.

La giornata è volta, quindi, a promuovere la conservazione e la protezione del mare e dei suoi fondali attraverso l’implementazione della “blue economy, una vasta gamma di azioni volte a preservare l’ambiente marino e a garantire il benessere delle comunità costiere. Tra gli esempi di blue economy: il trasporto marino a basso impatto, la pesca e l’acquacultura sostenibile, l’energia marina rinnovabile e una gestione equa e strategica delle risorse.

Per poter sviluppare questi gesti sarà però necessaria la collaborazione tra i paesi che affacciano sul Mare Nostrum, oltreché a quella delle organizzazioni internazionali, delle istituzioni scientifiche e, non di meno, della società civile. Quale miglior occasione per generare un “onda di blu”?

Acqua e radioattività: come avviene il trattamento della risorsa idrica nel caso di contaminazione?

Dopo l’approvazione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) al rilascio nell’Oceano Pacifico dell’acqua immagazzinata nella centrale nucleare di Fukushima, si è parlato molto di acqua contaminata e del suo trattamento.

Ma come si contaminano le acque? E quali tecniche si utilizzano per il loro trattamento?

Acqua e sostanze radioattive

La risorsa idrica rappresenta un solvente universale e può interagire con diverse sostanze, comprese quelle radioattive. Quando queste ultime entrano in contatto con l’acqua, possono verificarsi diversi processi: Può accadere che le sostanze si dissolvano diffondano nella soluzione liquida o che queste vengano adsorbite dalla superfice acquosa e, senza che si disciolgano in essa, si leghino alle sue molecole.

In ognuno di questi casi, l’esposizione all’acqua contaminata può avere effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente. Per questo motivo, è fondamentale adottare misure di monitoraggio e controllo per mitigare gli effetti negativi. Inoltre, sono state implementate tecniche di trattamento dell’acqua per rimuovere o ridurre la presenza di sostanze nocive.

Il trattamento delle acque contaminate

Per evitare il rilascio di sostanze radiottive nell’ambiente e garantire una gestione più sicura delle acque contaminate, esistono vari metodi di trattamento che possono essere applicati. Tra questi:

  • Filtrazione – processo che utilizza una barriera fisica, quale filtro o membrana, per separare le particelle solide o le sostanze disciolte presenti nell’acqua. Nel contesto delle sostanze radioattive, la filtrazione può essere utilizzata per rimuovere particelle radioattive o materiali contaminati dall’acqua.
  • Decantazione – processo che sfrutta la differenza di densità tra le particelle solide o le sostanze disciolte e l’acqua. L’acqua contaminata viene lasciata in riposo in un contenitore o serbatoio per un periodo di tempo, permettendo alle particelle più pesanti o alle sostanze radioattive di sedimentare sul fondo. Successivamente, l’acqua chiara viene rimossa dalla parte superiore del contenitore, separandola dalla parte sedimentata contenente le sostanze radioattive
  • Irraggiamento – processo che utilizza adiazioni ionizzanti, come raggi gamma o fasci di elettroni, per distruggere o inattivare sostanze radioattive nell’acqua. Le radiazioni ionizzanti danneggiano il materiale genetico delle particelle radioattive, rendendole inattive o distruggendole completamente.

L’utilizzo di queste tecniche e la sua efficacia può variare a seconda delle caratteristiche specifiche delle sostanze radioattive e dalle condizioni ambientali.

Il caso Fukushima: come sono state trattate le acque contaminate?

Nel caso della centrale nucleare giapponese di Fukushima, la presenza di risorsa idrica contaminata è dovuta allo tsunami che, nel 2011, colpendo le coste del Giappone causò la fusione parziale dei noccioli presenti in tre diversi reattori dell’impianto. Per riuscire a raffreddare le barre di combustibile, dopo l’incidente sono stati costruiti grandi serbatoi all’interno dei quali è stata gettata una consistente quantità d’acqua, rinnovata periodicamente per far sì che il combustibile si raffreddasse definitivamente. Il contatto dell’acqua con le sostanze rilasciate dai reattori ha fatto sì che questa fosse contaminata ma, essendo racchiusa nei serbatoi, non ha rappresentato in questi anni un problema. Almeno fino al 2022, quando questi hanno esaurito lo spazio a loro disposizione ed è stato quindi cercata una soluzione alternativa per lo smaltimento delle acque ormai radioattive.

Sebbene non esista ancora un piano preciso su come avverrà la dispersione, sappiamo che la risorsa idrica che verrà rilasciata è stata trattata con la tecnologia ALPS, una soluzione che permette di rimuovere parte delle sostanze radioattive presenti in essa.

Che cosa è l’Advanced Liquid Processing System?

L’ALPS (Advanced Liquid Processing System) è un metodo avanzato di trattamento, spesso utilizzato per lo smaltimento delle acque nelle centrali nucleari e si compone, generalmente, di quattro fasi:

  1. Coagulazione e precipitazione – verranno aggiunti reagenti chimici all’acqua contaminata per favorire l’aggregazione e la formazione di particelle più grandi che si depositeranno sul fondo del serbatoio, attraverso un processo di sedimentazione o decantazione.
  2. Filtrazione – dopo il processo di coagulazione e precipitazione, la procedura seguirà con la tecnica di filtrazione per rimuovere le particelle ancora presenti.
  3. Scambio ionico – verrà, quindi, utilizzato un materiale di scambio ionico per catturare e trattenere specifici isotopi radioattivi, riuscendo a separare i radionuclidi dall’acqua.
  4. Concentrazione – dopo la separazione, l’acqua trattata è sottoposta a un processo di concentrazione per ridurre il volume complessivo.

Per conoscere i dettagli stabiliti da IAEA: iaea.org

Il Servizio Idrico Integrato continua a crescere: le tappe raggiunte e i prossimi passi di Egato 4 Latina

È passato circa un anno dall’approvazione, da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, del progetto per l’innovazione del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) che ha permesso al Lazio Meridionale di ottenere un finanziamento di più di 40 milioni di euro dai fondi del PNRR. Gerardo Stefanelli, presidente di Egato 4 Lazio Meridionale – Latina e della Provincia di Latina, illustra con un’intervista su Latina Oggi i primi passi compiuti e i prossimi obiettivi dell’Ente.

A poco più di un anno dalla sua presentazione, come si è evoluto il progetto “Global Water Evolution” finanziato attraverso i fondi del PNRR?

Il progetto sta prendendo piede: dopo aver completato una prima parte amministrativa di definizione dei dettagli, il piano di interventi è ormai in fase di implementazione. L’obiettivo primario è quello di avvicinarsi al modello di smart cities che, da sempre, ritengo essenziale per il nostro territorio non solo da presidente dell’Ente ma anche dell’intera Provincia. I fondi del PNRR ci stanno avvicinando alla meta auspicata, rappresentando un fattore strategico essenziale per il futuro del S.I.I..

Questo perché permetterà una modernizzazione della rete idrica?

Non solo. Sicuramente i fondi consentiranno la costruzione di infrastrutture più evolute e resilienti, ma permetteranno anche una gestione strutturata, programmata e tempestiva nella manutenzione della rete. Anzi, mi permetto di dire che proprio quest’ultima rappresenti il fine ultimo del progetto: monitorare in maniera capillare il territorio, attraverso le nuove tecnologie a disposizione, ci consentirà di intervenire in maniera immediata laddove ci fosse necessità. Ciò si tradurrà in una diminuzione delle perdite e, di conseguenza, nella salvaguardia della risorsa idrica e nella riduzione del pagamento in bolletta per il cittadino.

Come renderete questo possibile?

Stiamo già lavorando a questo grazie al piano interventi contenuti all’interno del progetto, tutti mirati alla digitalizzazione e alla manutenzione del Servizio Idrico. Partendo dalla nuova piattaforma informatica centralizzata in grado di gestire la mole di dati inerenti al S.I.I., possiamo oggi monitorare in maniera costante la rete idrica. Il tutto ci è permesso dall’istallazione di appositi strumenti come, ad esempio, i noisy-loggers, registratori che riescono a rilevare le dispersioni idriche semplicemente dal rumore emesso. Non solo: per rendere il monitoraggio più semplice abbiamo scelto di distrettualizzare 500 km di rete, così da ottenere una maggiore facilità e velocità di intervento. Un altro tema a cui abbiamo dato particolare attenzione è quello della lotta agli abusi: stiamo procedendo, per questo, a installare 100 mila nuovi smart meters che daranno modo agli utenti di consultare i propri consumi in tempo reale.

La somma di queste azioni permetterà di ridurre il volume di perdite del 45% entro il 2032, oltreché di risparmiare più di 7 milioni di euro da oggi al 2026, ottenendo un apporto positivo per l’intero territorio.

In tutto questo qual è peso di Egato 4 Latina in veste di organo monitorante?

Pensare all’Ente Governativo come mero supervisore è limitante: Egato 4 Latina, più che un attore esterno, ha rappresentato il principale driver del progetto, facendosi carico di trovare una sinergia tra le parti, oltreché di dar moto al programma di intervento e di monitorarlo. Inoltre, proprio per la buona riuscita avuta con Global Water Evolution, possiamo immaginare l’Ente come una best practice e un driver non solo per il Lazio Meridionale, ma anche per il sud del paese.

Per farlo avrà bisogno di dimostrarsi preparato.

Stiamo lavorando proprio in vista di questo. Non escludiamo di organizzare un evento istituzionale sul tema nei prossimi mesi ma, per far sì che l’Ente assuma un ruolo primario sul territorio, sarà necessario impegnarsi per dotarlo di un’organizzazione forte e strutturata. Proprio riguardo a ciò, è necessario sottolineare, oggi più che mai, l’importanza di uno Statuto che possa rafforzare l’Ente. Inoltre, dovremo essere pronti a investire nella crescita del Sistema Idrico anche grazie a un asset strategico che gli conferisca una nuova identità.

Si riferisce al cambio di proprietà di Acqualatina?

L’evoluzione che questa comporterebbe è sicuramente fondamentale per lo sviluppo del Sistema Idrico. Come ho affermato nelle scorse settimane, la disponibilità di ingenti risorse finanziare e l’esperienza nel settore di Italgas sarebbero un valore aggiunto per il nostro territorio. Ad oggi, il know-how guadagnato è di altissimo livello ma credo sia arrivato il momento di accrescere e innovare le nostre competenze e possibilità.

L’intervista di Latina Oggi al Presidente Gerardo Stefanelli sul cambio di proprietà di Idrolatina

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Acquisizione Idrolatina da parte di Italgas, da presidente della Provincia ma soprattutto di Egato 4 Latina cosa ne pensa?
Rispondo alla sua domanda con un’altra domanda: oggi come potremmo innovare un sistema altamente complesso e specializzato come quello idrico?

Ci sta dicendo che per innovare il sistema idrico la strada non sarebbe potuta essere che quella di un nuovo soggetto?
Vado oltre: dico che per innovare abbiamo bisogno di ingenti risorse, sia economiche che umane, oltre a un interesse imprenditoriale strategico e vivo. Potrei sbagliarmi, ma credo che l’interesse imprenditoriale di Veolia per il nostro territorio si sia progressivamente esaurito in questi vent’anni. Sicuramente ai francesi va riconosciuto un merito: quello di aver contribuito a costruire un know how di altissimo livello che oggi costituisce una grande ricchezza da cui ripartire e non a caso un elemento di grande attrattività per un soggetto in forte espansione come Italgas.

Però una cosa non mi è chiara: si parla tanto di acqua pubblica, non sarebbe stato questo il momento per fare il grande passo?
Qui veniamo al secondo elemento che ho citato: la disponibilità di ingenti risorse finanziarie. I Comuni sarebbero stati davvero in grado di sostenere gli investimenti necessari? Parliamo di svariate decine di milioni di euro. Non solo, con  Italgas stiamo parlando di un’azienda leader di mercato, che gestisce l’acqua in Campania, una società italiana e di fatto caratterizzata da una forte matrice pubblica considerando che al 26% è partecipata da Cassa Depositi e Prestiti e che il 48% del suo capitale è rappresentato da investitori istituzionali. Detto questo la Conferenza dei Sindaci può esprimere il proprio gradimento.

Qualunque sia la conclusione di questa vicenda un fatto è certo, c’è bisogno di una svolta.
Potremmo trovarci dinanzi a un momento storico per il nostro territorio, dovremo essere bravi a guidarlo e instaurare un nuovo rapporto costruttivo con il soggetto privato. Si avverte il bisogno di voltare pagina, mettere da parte Acqualatina e dare un nome nuovo e una nuova identità al nostro sistema idrico integrato. Era chiaro che Veolia non avesse più intenzione e soprattutto interesse nel portare avanti un progetto di questo tipo. Ben venga un nuovo soggetto privato come Italgas che con il suo interessamento dia prova di vedere nel nostro territorio un asset strategico per rafforzare e allargare la propria leadership di mercato.

Cosa si augura?
Una sola cosa: innovare il sistema idrico integrato per continuare a migliorare il servizio ai cittadini. E oggi ciò significa non solo intervenire sulle reti, ma anche sui software, perché la partita si gioca soprattutto sulla gestione e sull’analisi dei dati. Una multiutility come Italgas, o come Acea, che si muove su più piani come gas e acqua ha tutto l’interesse nell’ottimizzare la gestione delle risorse. Questa è la vera opportunità da cogliere.

Possiamo sperare in un sistema idrico all’avanguardia?
Non c’è alternativa: il tema oggi è la digitalizzazione dell’intero ciclo, sia per abbattere i costi di gestione, sia per abbattere la dispersione idrica anche del 15-20%. È su questo piano strategico indispensabile che una multiutility può fare la differenza, perché ha modo di gestire più dati, ovvero di raccoglierli, analizzarli e incrociarli. Senza considerare i know how trasversali ed extra-territoriali.  Questa operazione, di fatto, non riguarda solo la rete del gas e idrica, ma la rete delle conoscenze e delle competenze che si allarga. Questo è il vero investimento impagabile da sfruttare in modo intelligente.

Qual è il ruolo della conferenza dei sindaci, ora?
Nel momento in cui Acqualatina ci comunicherà formalmente dell’avvicendamento tra Veolia e Italgas procederò a convocare i sindaci per esprimerci sul merito