Approvato dalla Conferenza dei Sindaci il Bonus Idrico locale per il territorio dell’Ato 4.

È in arrivo per le famiglie in condizioni di disagio economico dell’Ato 4 un Bonus Idrico locale aggiuntivo a quello nazionale già previsto dall’Arera. Ad approvare questa misura di sostegno economico è stata la Conferenza dei Sindaci dell’Egato 4 Lazio Meridionale – Latina.

“In questo momento di particolare difficoltà per le famiglie, abbiamo ritenuto tutti che l’importante contributo economico già riconosciuto dall’Arera non fosse abbastanza – dichiara il Presidente dell’Egato 4 e Presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli – Da qui la reintroduzione di un Bonus Idrico locale, che integra quello nazionale e lo rafforza, così da sostenere in modo più consistente chi ne ha bisogno. Siamo gli unici nel Lazio ad attuare una misura di questo tipo, anche per questo ringrazio tutti i componenti della Conferenza per questo traguardo comune”.

Il Bonus Idrico nazionale rappresenta un’agevolazione che garantisce all’utente una fornitura gratuita di 18,25 metri cubi di acqua su base annua per ogni componente della propria famiglia anagrafica – ovvero, in una famiglia composta da 4 persone, non vengono pagati 73 metri cubi di acqua all’anno.

Alla somma prevista dal Bonus Idrico nazionale, l’Egato 4 andrà a sommare un Bonus aggiuntivo attraverso uno specifico calcolo, permettendo così ai beneficiari di ridurre ulteriormente la spesa sostenuta.

Al Bonus Idrico (nazionale + locale) può avere accesso l’utente che appartiene:

  1. a un nucleo familiare con indicatore ISEE non superiore a 9.530 euro, oppure
  2. a un nucleo familiare con almeno 4 figli a carico e indicatore ISEE non superiore a 20.000 euro, oppure
  3. a un nucleo familiare titolare di Reddito di cittadinanza o Pensione di cittadinanza.

Inoltre, gli utenti aventi diritto non dovranno fare domanda per usufruire del contributo: i beneficiari saranno individuati automaticamente sulla base della loro Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e riceveranno la somma prevista dal Bonus (nazionale + locale) in maniera automatizzata (direttamente scontata in bolletta nel caso di utenti diretti o attraverso un assegno una tantum nel caso di utenti indiretti).
Tale novità ha permesso di passare, dal 2021, da 7.000 a oltre 50.000 beneficiari sul territorio dell’Ato 4, allargando la platea di aventi diritto.

Per avere, quindi, accesso automatico al Bonus, il cittadino dovrà presentare ogni anno la DSU e ottenere un’attestazione di ISEE entro la soglia prevista dall’Arera. Sarà quindi l’Inps a inviare i dati al Sistema Informativo Integrato (SII) per consentire l’erogazione dell’agevolazione agli aventi diritto.

Gestione del Servizio Idrico Integrato. Nella seduta odierna il Consiglio approva il piano di rientro del valore di 20 milioni del Sistema idrico

Via libera all’unanimità dal Consiglio provinciale al Piano di rientro del valore complessivo di 20 milioni di euro corrispondenti alle per le somme ancora da incassare da parte della Provincia e dell’Egato relative al rimborso dei mutui accesi dall’ente su delega dei Comuni per la capitalizzazione societaria. Dopo l’approvazione da parte della Conferenza dei sindaci il 5 maggio scorso nella seduta odierna l’assise ha  approvato la relativa delibera che prevede la restituzione da parte dei Comuni per il tramite di Acqualatina di complessivi 15 milioni 692mila euro alla Provincia quale debito maturato per il pagamento del mutuo a copertura della quota di capitalizzazione societaria parte pubblica (51%) di Acqualatina. La somma sarà erogata con rate annuali che nel primo biennio ammonteranno a 1 milione e 440mila euro mentre dal  2024 fino a 2032 – data di estinzione definitiva del debito – la rata annuale ammonterà a 1 milione e 928mila euro. La società che gestisce il servizio idrico integrato dovrà inoltre restituire il canone di  concessione a Egato, per un ammontare complessivo di 5 milioni e 319mila euro in dieci anni. La rata annuale è stata fissata in 719.250 euro per i primi cinque anni poi a crescere fino al 2032 anno di estinzione definitiva.
Entrando nel dettaglio dei due Piani di rientro approvati dalla Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4 presieduta dal presidente Stefanelli del 5 maggio scorso e dal Consiglio provinciale odierno, le somme spettanti alla Provincia derivano da due anticipazioni finanziarie diverse. 

La prima ammonta a 4.359.841,12 euro e deriva dalle spese di funzionamento dell’Egato 4 Lazio Meridionale Latina che la Provincia ha anticipato per garantire il ruolo di monitoraggio e controllo dell’ente.  Somme che avrebbe dovuto sostenere Acqualatina e che, tramite il Piano di rientro approvato, ora rimborserà totalmente rimettendosi in pari rispetto ai pagamenti futuri.

La seconda somma ammonta a 12.862.638,02 euro (calcolata al 31/12/2021) e deriva da due mutui accesi presso Cassa depositi e prestiti dalla Provincia di Latina finalizzati ad anticipare le somme dovuto dai Comuni dell’Ato 4 per l’acquisto delle quote di parte pubblica (51%) del Sistema Idrico Integrato. Nel 2003, con deliberazione n. 2, i Comuni decisero di ricorrere al canone annuo per rimborsare la Provincia di questa anticipazione. Quindi il gestore Acqualatina avrebbe dovuto rimborsare per conto dei Comuni dell’Ato 4 la Provincia, ma ciò è avvenuto con grande discontinuità. I soldi spettanti alla Provincia sono rimasti così nelle casse del gestore e, anno dopo anno, si sono accumulati fino a raggiungere la somma di poco meno di 13 milioni di euro che ora l’ente provinciale ha determinato e recupererà nei prossimi anni.

La Provincia reimmetterà nel sistema le risorse che arriveranno da Acqualatina.

 “In totale, parliamo di circa 20 milioni di euro – commenta il Presidente della Provincia Gerardo Stefanelli – che potremmo reimmettere nel sistema. Al di là delle somme, che sono ingenti, il vero obiettivo  raggiunto è un altro: nessuno finora era riuscito a mettere così tanto ordine ai conti e concretizzare una politica di trasparenza così strutturata sulla gestione del sistema idrico integrato dell’Ato 4. Voglio  ringraziare il direttore dell’Egato Umberto Bernola, i professionisti della Provincia oltre ai sindaci della Conferenza nonché i colleghi del Consiglio provinciale per la preziosa collaborazione. Non dobbiamo accontentarci – conclude Stefanelli – Il prossimo 5 giugno porteremo in Conferenza l’approvazione dello Statuto dell’Egato 4. È un fatto storico e un atto determinante per rafforzare il ruolo di controllo dell’ente e per garantire la più efficace gestione possibile dei fondi PNRR. L’innovazione del sistema idrico integrato del nostro territorio passa anche da qui”.

Ato 4, via libera a Regolamento, bonus idrico e nuovo Statuto

Latina, 5 maggio 2023 – Si è riunita questa mattina la Conferenza dei sindaci dell’Ato4 presieduta dal presidente della Provincia Gerardo Stefanelli che ha approvato a conclusione del dibattito i punti inseriti all’ordine del giorno.

Via libera da parte dei primi cittadini all’istituzione del bonus Idrico integrativo locale, provvedimento che incrementa da una parte i fondi a disposizione e dall’altra amplia il numero degli aventi diritto ad usufruire di tale agevolazione.

La Conferenza ha anche approvato il Piano di rientro del canone di concessione ai sensi della vigente Convenzione di Gestione del Servizio idrico integrato. Un passaggio fondamentale atteso da ben 18 anni che verrà ulteriormente approfondito successivamente. Approvato anche il Protocollo di Intesa Isole Pontine.

Infine i sindaci hanno dato il via libera allo Statuto dell’Ato4, documento che dovrà essere nuovamente votato tra 30 giorni per l’approvazione definitiva.

World Water Day 2023: i progressi compiuti e le sfide da affrontare

World Water Day

Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie” è il 6° Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Oggi, per la Giornata Mondiale dell’Acqua, è necessario soffermarci a riflettere su quanti progressi reali sono stati compiuti per raggiungerlo.

Il World Water Day nasce nel 1992 durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) e ogni anno viene celebrato il 22 marzo attraverso un tema specifico inerente alla risorsa idrica. Per il 2023 è stato scelto quello dell’”accelerazione al cambiamento per risolvere la crisi idrica e igienico-sanitaria, con l’auspicio di coinvolgere non solo le istituzioni, ma anche le imprese e i cittadini nell’impegno ad accelerare la transizione. Ma non solo questo: durante questa giornata è necessario ricordare quanto l’acqua possa minare i progressi su alcune delle principali questioni globali.

Sebbene nel mondo ci siano più di 1,3 miliardi di km3 di acqua, soltanto il 3% di questa è acqua dolce contenuta in ghiacciai, falde e laghi. Ciò significa che ottenerne l’accesso possa risultare molto complesso. Non a caso, sono più di 2 miliardi le persone che oggi vivono in condizioni di carenza idrica. Ciò può avere dei risvolti negativi su diritti ritenuti fondamentali: oltre alla questione igienico-sanitaria, a essere colpite sono anche le lotte per la parità di genere, l’istruzione e l’occupazione lavorativa, finanche il mantenimento della pace locale e internazionale.

Ma dall’istituzione dell’Agenda 2030 (settembre 2015) niente è cambiato?

Alcuni piccoli passi

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua sono state pubblicate numerose indagini sui progressi ottenuti in questi anni in cui istituzioni, imprese e cittadini hanno lavorato sinergicamente.

Un primo risultato si nasconde all’interno dell’opinione pubblica italiana. Un’indagine di IPSOS sottolinea come l’impegno del nostro Paese verso la tutela dell’acqua è molto aumentato negli ultimi anni. Tra gli intervistati, il 77% ha dichiarato di provare a ridurre il più possibile lo spreco d’acqua nella propria quotidianità, il 41% di essere cosciente della crescente scarsità di acqua e il 31% di essere d’accordo con le previsioni del World Resources Institute secondo cui l’Italia entro il 2040 vivrà in una condizione di stress idrico (a fronte di un 34% nel 2022).

Ma l’autocoscienza dei cittadini italiani è stata accompagnata anche da dati ambientali in rialzo. Il rapporto “Water Economy in Italy” dell’Osservatorio Proger, presentato nella giornata di ieri al Senato della Repubblica, ha sottolineato come la piovosità in Italia sia ancora a buoni livelli – con una media di 301 miliardi di m3 di pioggia all’anno su scala nazionale. La Penisola si colloca, quindi, al 5° posto in Europa per quantità di precipitazione, con Milano prima in Europa per piovosità e Roma che conta un maggior numero piogge rispetto a Londra.

Solo buone notizie?

Purtroppo no. A fronte di quanto dichiarato dagli italiani, non è possibile evitare di sottolineare che ancora oggi il nostro paese primeggi sul podio dei maggiori sprechi. È ancora IPSOS a indicare un utilizzo di 220 litri giornalieri pro-capite di acqua utilizzata a fronte dei 165 litri di media europea. E sebbene stia crescendo la consapevolezza del rischio idrico, il 46% dei cittadini non è ancora oggi cosciente degli sprechi che si registrano quotidianamente.

Inoltre, sebbene la misura delle piogge risulti in leggero miglioramento, il vero problema della Penisola è la capacità di utilizzo della risorsa idrica. Delle precipitazioni che bagnano il nostro paese, solo l‘11% è prelevato per usi civili, agricoli o industriali. Inoltre, come sottolinea l’Osservatorio Proger, la nostra rete idrica è a “colabrodo”: il 40% dell’acqua potabile prelevata, infatti, non arriva ai rubinetti delle case.

Per risolvere questi problemi, i governi dovranno lavorare quattro volte più velocemente per soddisfare l’obiettivo dell’Agenda 2030. Il loro impegno non servirà solo a garantire la tutela dell’utente, ma anche quella della risorsa idrica. Investire su gli Enti che quotidianamente si occupano di costruire infrastrutture resilienti è oggi fondamentale per ovviare alla dispersione delle acque. È quindi necessario capitalizzare le risorse, oltre che implementare delle modifiche legislative, così da permettere lo sviluppo di progetti tecnico-imprenditoriali per potenziare le capacità delle reti idriche e degli impianti. Oltre a ciò, gli sforzi dovranno soffermarsi anche sul rendere possibile il riuso delle acque reflue, la ricarica delle falde, fino alla possibilità di utilizzo dell’acqua di mare tramite la sua desalinizzazione.

Scopri alcuni consigli per risparmiare l’acqua: visita la casa e l’ufficio di Egato 4 Latina.

Non semplici corsi d’acqua: i fiumi come fonte di vita

Fiumi

Fonte di vita per specie animali e vegetali, uno dei più importanti ecosistemi della Terra e risorsa costantemente minacciata dall’attività umana: il fiume è molto più che semplice acqua corrente. Le sue funzioni sono notevoli e molto spesso sottovalutate.

Per questo il 14 marzo – come ogni anno dal 1997 – si celebra la Giornata Internazionale di Azione per i Fiumi, durante la quale è fondamentale sensibilizzare sui rischi che li vedono protagonisti, sui benefici che questi possono apportare alle comunità locali e sull’importanza della cooperazione internazionale per la gestione dei fiumi transnazionali.


I benefici apportati dai fiumi

Non ci si interroga mai abbastanza sulle funzioni che i corsi d’acqua possono apportare all’ambiente che ci circonda. Ne sottolineiamo solo alcune tra le più importanti, come ad esempio:

  1. Presentare un habitat ideale per la vita acquatica: i fiumi si presentano come terreno ottimale per molte specie acquatiche e insetti, creando un’enorme biodiversità che varia in base alla qualità delle sue acque;
  2. Regolare il clima: la risorsa fluviale riesce a regolare il clima locale attraverso il rilascio di vapore acqueo nell’atmosfera, provocando effetti rinfrescanti sull’ambiente e contribuendo alla formazione di nuvole e precipitazioni. Inoltre, le piante e gli organismi acquatici che ospita permettono la produzione di ossigeno attraverso la fotosintesi, con un conseguente mantenimento di una buona qualità dell’aria;
  3. Controllare le inondazioni: questo è permesso grazie alla creazione di bacini idrografici naturali, ovvero zone di terreno che riescono a raccogliere e immagazzinare acqua, permettendo di ridurre la velocità di deflusso e prevenendo le inondazioni. Oltre a questo, il fiume riesce a creare delle “aree di attenzione”, ovvero zone di terra a sé adiacenti che possono essere allagate durante le piene per ridurre il flusso di acqua e salvaguardare le zone abitate;
  4. Fornire acqua potabile: questa rappresenta una delle funzioni più conosciute, ma spesso ne viene sottovalutata l’importanza. Per le zone rurali, infatti, i fiumi rappresentano una fonte di acqua potabile fondamentale per le comunità che le abitano e che non dispongono di ulteriori approvvigionamenti idrici;
  5. Provvedere alle attività umane: un’attività tanto ovvia quanto fondamentale. I fiumi svolgono un importante sostentamento per le mansioni lavorative. Agricoltura, industria, pesca e turismo fluviale, la risorsa è utilizzata in molti campi, ciò che è importante sottolineare è il corretto utilizzo che deve esserne fatto per evitare gli impatti negativi sul suo ecosistema.


Quali minacce si trovano ad affrontare?

A proposito di impatti negativi, i fiumi vivono oggi circondati da numerosi rischi.

L’inquinamento da sostanze chimiche, rifiuti industriali o acque reflue non trattate è una delle più grandi minacce. Questa, infatti, non ha una ricaduta solo sulla salute di questa risorsa, ma anche su quella della vita che ospita, dei mari in cui sfocia e, non ultimo, su quella delle persone che vivono vicine ad essa.

Un ulteriore rischio presenta il nostro volto, quello umano. L’utilizzo intensivo dell’acqua fluviale nelle mansioni agricole, industriali e urbane ha portato a una vera e propria alterazione dei corsi di acqua naturali. A questo si aggiunge poi il cambiamento climatico, il quale sta causando una maggiore variabilità delle precipitazioni con conseguenti impatti sulla quantità e qualità dell’acqua. La siccità che abbiamo registrato negli ultimi anni ne è la prova: l’esaurimento delle risorse idriche è un problema crescente, soprattutto nelle regioni aride e semi-aride.

Tutto ciò ha, infine, un riscontro sulla biodiversità che vive i fiumi: a causa di tutti i rischi citati, molte specie animali sono oggi a rischio di estinzione.


Che cosa fare per salvaguardare la salute dei fiumi?

Con Egato 4 Latina da tempo valorizziamo i numerosi progetti che tutelano o hanno lavorato per salvaguardare la risorsa fluviale, ma crediamo che l’impegno debba essere quotidiano e debba coinvolgere l’intera comunità globale. Esistono, infatti, molte azioni che un cittadino può svolgere:

  • Ridurre l’inquinamento evitando di gettare nell’acqua i rifiuti;
  • Ridurre i fertilizzanti chimici e i pesticidi;
  • Salvaguardare l’erosione delle sponde promuovendo la piantagione di alberi e arbusti luogo le rive;
  • Sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso i propri canali e sostenere le organizzazioni ambientaliste che da anni si occupano di salvare queste risorse.

Ricordiamo che il nostro impegno quotidiano può fare la differenza per la salvaguardia dei fiumi e, conseguentemente, delle specie che la abitano e delle città che li affiancano.

Attenti alla Natura: il 3 marzo si celebra il World Wildlife Day

World wildlife day

Il 3 marzo si celebra in tutto il pianeta il World Wildlife Day (Giornata Mondiale della Natura), istituita nel 1975 dall’UNESCO per sensibilizzare e promuovere la conservazione delle risorse naturali e proteggere la biodiversità sul nostro pianeta.

La data non è casuale: il 3 marzo, infatti, coincide con l’anniversario della firma della Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Fauna e Flora Selvatiche (CITES) del 1973, un accordo internazionale che mira a proteggere flora e fauna selvatiche limitando il commercio di specie in pericolo.

Nonostante i decenni trascorsi dalla primissima celebrazione, il tema rimane oggi più che mai attuale. A dimostrazione di ciò diversi dati:

    1 milione di specie animali e vegetali rischiano l’estinzione

    Secondo l’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services sono circa un milione le specie che rischiano l’estinzione nelle prossime decadi a causa dell’attività umana. Tra i fattori che contribuiscono a questa perdita: la deforestazione, la conversione di terre per l’agricoltura e l’allevamento, la pesca eccessiva e l’inquinamento. Tali fattori hanno portato a una perdita del 75% della biodiversità terrestre e del 66% di quella marina.

    10 milioni di ettari di foresta distrutti

    La FAO ha annunciato, nel 2020, che ogni anno vengono distrutti circa 10 milioni di ettari di foresta a causa della deforestazione umana. L’area forestale totale del pianeta si è ridotta di circa 178 milioni di ettari negli ultimi 20 anni, e questo principalmente a causa dell’espansione agricola, della produzione del legname e della creazione di terreni edificabili. Il problema è serio perché, oltre a causare un impatto negativo sulla biodiversità, questo rappresenta anche una delle principali cause del cambiamento climatico, considerando che le foreste assorbano anidride carbonica e aiutino a mitigare le emissioni di gas serra.

    Una minaccia per gli oceani

    Il Report sullo Stato dell’Ambiente Globale 2022 pubblicato dalle Nazioni Unite sottolinea come il cambiamento climatico e la sovrappesca stanno minacciando la salute degli oceani e delle numerose specie marine che ospitano. L’aumento delle temperature sta, infatti, causando l’acidificazione delle acque, provocando conseguenze disastrose. Si stima che entro il 2043 il 90% delle barriere coralline del mondo potrebbe sparire e che, a causa della pesca illegale e indiscriminata, molte specie marine sono oggi a rischio di estinzione.

    Il 3 marzo delinea quindi un punto di partenza, ogni nuovo anno, per aspirare a un cambiamento reale e concreto. L’attuale situazione deve spingere a pensare che ancora molto possa essere fatto e, con questo, numerose soluzioni dovrebbero essere adottate per proteggere l’ambiente: la promozione di energia rinnovabile, la riduzione degli sprechi, l’adozione di pratiche agricole sostenibili e, prima di tutto, un impegno individuale attento e costante.

    Per poter accelerare il cambiamento, infatti è necessario che ognuno di noi ripensi al proprio stile di vita: con Egato 4 Latina abbiamo scelto di condividere delle case history che attualmente contribuiscono al cambiamento (leggi di più sulla rubrica innovazione), oltre che alcuni semplici consigli che possono aiutare a salvare la risorsa idrica (clicca qua).

    Ma non può bastare solo questo! La Giornata Mondiale Della Natura deve rappresentare, inoltre, un’opportunità per trasmettere una nuova cultura e promuovere un’istruzione ambientale – sia all’interno delle scuole che nella società in generale – per aiutare nuove e vecchie generazioni ad adottare tutte le soluzioni necessarie a generare cambiamento.

    Condominio smart: il Gestore attiva una linea diretta di comunicazione con le utenze condominiali

    condominio smart

    Egato 4 Latina e il Gestore Acqualatina danno vita a “Condominio smart”, una linea diretta con le utenze condominiali e le altre utenze indiretta dell’Ato4-Lazio Meridionale, come i Consorzi, di Acqualatina.

    A fronte dell’iniziativa di installazione di 100 mila nuovi smart meters sul territorio dell’Ato 4, promossa grazie anche ai fondi del PNRR, i condomini potranno usufruire di un canale di comunicazione diretto con Acqualatina per poter ricevere tutte le informazioni necessarie e fissare un appuntamento presso gli sportelli del Gestore.

    Il progetto si porrà l’obiettivo di agevolare tutti i cittadini e tutelare i loro consumi. Attraverso i contatori intelligenti, infatti, sarà possibile rilevare i consumi di ciascuna utenza da remoto, garantendo fatturazioni esatte, e intervenire tempestivamente in caso di consumi anomali o perdite

    Per quanto riguarda in particolar modo i condomini, tre saranno i vantaggi a loro dedicati:

    • Valutare l’attivazione di singoli contratti per ogni condòmino;
    • Applicare le tutele previste in materia di rilevazione dei consumi, di ripartizione dei corrispettivi e di limitazione selettiva del flusso idrico, in caso di interventi;
    • Rafforzare le tutele per le utenze domestiche residenti nel condominio e, in particolare, degli utenti che versano in condizione di difficoltà economica.

    Il progetto mirerà ad implementare la salvaguardia del servizio idrico integrato verso gli utenti condominiali, tutelando i cittadini virtuosi e identificando con estrema precisione la presenza di consumi anomali, perdite o inquilini responsabili di morosità.

    Per richiedere specifiche riguardo all’iniziativa o discutere di soluzioni riservate, sarà possibile contattare direttamente i professionisti di Acqualatina attraverso la mail condomini@acqualatina.it o prenotare un appuntamento presso i suoi sportelli accedendo alla pagina acqualatina.it (clicca qua) e selezionando la voce “condominio smart”.

    Egato 4 Latina al fianco delle amministrazioni locali per dar vita a un modello di “smart cities”

    L’intervista di Latina Oggi al Presidente di Egato 4 Latina, Gerardo Stefanelli

    Nei mesi scorsi abbiamo parlato dei fondi PNRR ottenuti per rinnovare il Sistema Idrico Integrato. A che punto siamo?

    Mi fa piacere questa domanda perché ritengo che sia responsabilità delle istituzioni aggiornare in maniera continua le persone sul nostro operato. Il progetto redatto da Egato 4 Latina con il gestore Acqualatina, e che ha ottenuto il prezioso sostegno dell’Assemblea dei Sindaci, è risultato 11° a livello nazionale, rientrando quindi tra i soli 21 progetti ammessi e finanziati sui 119 presentati in tutta Italia. I nostri territori, così, potranno beneficiare di 40 milioni di euro che ci hanno permesso di portare a oltre 54 milioni di euro gli investimenti del piano “Global Water Evolution: l’ottimizzazione del Sistema Idrico Integrato dell’ATO 4 – Lazio meridionale”. Alcune linee di intervento sono già partite, e su tutte si sta completando la prima fase che è quella amministrativa. Il gestore sta rispettando i tempi.

    Quali sono gli obiettivi?

    Sono tanti, ma il principale credo sia la sinergia tra i soggetti coinvolti. Per la prima volta esiste un piano con una visione d’insieme e a lungo termine che è il frutto non di un solo soggetto, ma di un lavoro di squadra portato avanti dagli uffici e, soprattutto, dall’Assemblea dei Sindaci. Questo punto è fondamentale, perché gli amministratori locali più di altri difendono gli interessi dei cittadini. Altrettanto importante è non parlare di interventi spot, ma di un progetto complesso e integrato, che si fonda su tre parole chiave: innovazione, sostenibilità e legalità. In estrema sintesi: stiamo cercando di tenere assieme l’attenzione alle necessità dei singoli territori e una visione d’insieme più ampia. Lo diciamo da tempo: sarebbe opportuno allargare l’ambito per mettere insieme maggiori forze economiche per essere più competitivi.

    Come si traducono queste parole in interventi?

    Non parlo dei singoli interventi, è più giusto che lo facciano i tecnici che fanno capo al Gestore. Però sicuramente il maggiore contributo come Egato 4 Latina e come Assemblea dei Sindaci riguarda le linee guida. A tal riguardo, l’innovazione si traduce nell’adozione delle tecnologie più avanzate sia di gestione che di intervento e dei sistemi più evoluti di analisi delle banche dati. La sostenibilità, invece, corrisponde a una vera e propria sfida, ovvero la lotta alle perdite che danneggiano gli utenti e l’ambiente. Per me questa è una battaglia etica. Infine, legalità vuol dire difendere i consumatori onesti e intercettare chi consuma acqua abusivamente.

    Dal punto di vista dei cittadini, però, al di là della qualità del servizio il tema centrale resta il caro bollette.

    Se vogliamo diminuire il peso della bolletta sulle tasche dei nostri concittadini, l’unica strada è quella di lavorare su innovazione, sostenibilità e legalità, è tutto collegato. Faccio alcuni esempi: innovare vuol dire meno guasti da riparare con una conseguente minore dispersione di risorse economiche. Sostenibilità vuol dire meno perdite e quindi meno energia per pompare l’acqua nelle condotte. Solo su questo punto abbiamo stimato un risparmio di 4,7 milioni di euro dal 2026. Infine, legalità vuol dire meno abusivi e più risorse economiche a beneficio di tutti. A tal proposito il gestore sta per installare 100 mila nuovi contatori intelligenti che permetteranno agli utenti di consultare i consumi in tempo reale via web.

    A breve potremmo parlare di smart cities anche nella provincia di Latina?

    Sì, dobbiamo farlo. Ritengo che la Provincia, nell’ambito delle sue competenze, debba supportare i Sindaci verso la costruzione delle smart cities di domani, sia nei piccoli che nei grandi Comuni. La digitalizzazione del Sistema Idrico Integrato è uno degli snodi fondamentali, si tratta di un’opportunità di crescita economica e di occupazione per i nostri giovani professionisti e le tante aziende e startup del territorio che fanno innovazione. È anche un’opportunità per ridurre il gender gap, basti pensare che il 30% delle risorse coinvolte nel progetto “Global Water Evolution” sono e saranno donne. Mi auguro che in futuro siano ancora di più.

    Una tecnologia che imita la natura: l’intervista a Green Independence

    Green Independence

    E se grazie all’innovazione tecnologica fosse possibile riprodurre una “foglia artificiale” che riesca ad apportare gli stessi contributi, ma su grande scala? A questo si ispira il progetto “New Artificial Leaf” di Green Independence, una startup innovativa che proprio nelle foglie ha trovato la sua ispirazione.

    Con Egato 4 Latina abbiamo intervistato i due fondatori Marta Pisani, marketing e open innovation expert, COO & CMO, e Alessandro Monticelli, ingegnere meccanico e supply chain expert, CTO & CEO, per indagare come Green Independence sia riuscita a “imitare la natura”.

    Da dove nasce l’idea di Green Independence?

    Green Independence (GI) nasce nel 2020 ma ha alle sue spalle dieci anni di ricerca e sviluppo in collaborazione con il Politecnico di Torino. L’idea tecnologica alla base del progetto di GI, la New Artificial Leaf (NAL), nasce infatti durante il percorso di studi di Alessandro tra il Politecnico di Torino e l’University of Illinois a Chicago, dove ha prodotto due tesi riguardanti proprio la scienza alla base di NAL.

    Il vostro segreto per produrre energia e purificare le acque è “imitare la natura”: ma come funziona la vostra tecnologia?

    NAL è un pannello solare evoluto e multifunzionale che lavora proprio come una foglia: purifica acque di scarto (o acque marine) e produce idrogeno verde in maniera totalmente indipendente dalla rete elettrica.

    In altre parole: partiamo da un pannello fotovoltaico classico che, in media, ha circa il 20% di efficienza (quindi per ogni kW di potenza solare assorbita, vengono prodotti circa 200W di potenza elettrica); il restante 80% viene sprecato sotto forma di calore dissipato. Noi sfruttiamo questo calore dissipato per purificare acque di scarto o dissalare acque marine, fornendo al contempo energia elettrica. Questo sistema, noto come Solar-Water Purification Module (o S-WPM, uno dei due moduli che compongono la NAL), offre un’alternativa più sostenibile al sistema di Reverse Osmosis per desalinizzare le acque marine, in quanto non presenta il problema della salamoia, prodotto di scarto del Reverse Osmosis pericoloso per l’ambiente marino.

    L’altro modulo che compone la NAL è l’Electrochemical Module (o ECM) ovvero il modulo adibito alla produzione di idrogeno. Quando il pannello fotovoltaico produce energia elettrica che non viene usata immediatamente, il modulo trasforma l’elettricità in eccesso in idrogeno verde direttamente all’interno del pannello fotovoltaico, senza necessità di energia elettrica proveniente dalla rete e senza bisogno di continua sorveglianza o manutenzione eccessiva. La NAL è perfetta per la produzione decentralizzata di idrogeno, risolvendo due dei problemi principali per la diffusione e l’utilizzo dell’idrogeno verde: costo di produzione e accessibilità.

    Che cosa intendiamo con “idrogeno verde” e come è possibile ottenerlo dall’acqua?

    Il processo di produzione dell’idrogeno verde avviene tramite scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno. Viene denominato “verde” perché l’energia utilizzata viene prodotta tramite fonti rinnovabili, nel nostro caso il sole. La peculiarità della nostra tecnologia è il mini-elettrolizzatore integrato nel pannello, all’interno del quale avviene la reazione. Questo utilizza materiali e componenti a bassissimo costo e, inoltre, lavora a basse pressioni e basse temperature: è infatti un dispositivo che non necessita di manutenzioni particolari o di una sorveglianza attiva e costante e per questo può essere installato non solo in ambiente industriale ma anche lungo le infrastrutture e, in futuro, si spera anche sui tetti delle nostre case.

    È quindi un tipo di tecnologia pensata anche in funzione di una copertura domestica?

    Considerando che non richieda una sorveglianza o una manutenzione continua, la New Artificial Leaf sarà adatta a tutti i tipi di applicazioni. Le prime installazioni saranno comunque di tipo industriale, sia per una questione di domanda – esistono già realtà che utilizzano idrogeno e/o che devono affrontare una transizione energetica da fonti carbon fossili a fonti rinnovabili: La NAL è perfetta per accompagnare questa transizione -, sia per una questione normativa – ad oggi la normativa sulla produzione/utilizzo dell’idrogeno al di fuori del comparto industriale non è ancora chiara.

    Grazie a questa tecnica quanta acqua siete riusciti a recuperare?

    Le stime di performance a completamento dello sviluppo sono di circa 1 L/m2 di acqua purificata prodotta ogni ora. Queste stime di performance sono state validate da studi fatti grazie al supporto dei team di ricerca del Politecnico di Torino.

    La riqualificazione del Canale delle Acque Medie di Latina: il progetto dell’Università La Sapienza

    La Piana Pontina si dimostra essere particolarmente vulnerabile a modifiche del ciclo idrologico e all’innalzamento del livello marino. Questo è dovuto principalmente alla sua collocazione e struttura morfologica. Tutto ciò può generare fenomeni come la salinizzazione dei corpi idrici sotterranei o il degrado di quelli superficiali. Per questo motivo l’Università La Sapienza si è impegnata in attività di ricerca, dottorati e tirocini su tematiche dell’acqua. L’iniziativa rivolta al Canale delle Acque Medie di Latina rappresenta un esempio di questo impegno.

    Noi di Egato 4 Latina abbiamo intervistato Francesco Cioffi e Alberto Budoni, entrambi professori associati presso il Dipartimento di ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Roma La Sapienza, che con il Gruppo di lavoro del Ce.R.S.I.Te.S hanno sviluppato e dato vita al progetto.

    Come nasce la scelta di riqualificare il Canale delle Acque Medie?

    L’iniziativa nasce nell’ambito del Progetto Upper, finanziato dall’Unione Europea, del bando Urban Innovative Actions iniziato nell’autunno del 2019 e terminato nell’agosto 2023.
    Il progetto ha come capofila il Comune di Latina con la partecipazione di diversi partner tra cui il Ce.R.S.I.Te.S., Centro di ricerca e servizi che gestisce il Polo di Latina di Sapienza Università di Roma.

    La scelta di agire sul Canale delle Acque medie è dovuta all’esclusione di questo dai siti scelti per un rinnovamento: purtroppo, le difficoltà createsi prima dal Covid e poi dal rincaro dei prezzi delle opere pubbliche hanno indotto il Comune di Latina a restringere i siti dimostrativi su cui intervenire entro agosto 2023. Per i siti esclusi è stato rimandato l’intervento a fasi successive, ovvero al momento in cui sarebbe stato possibile reperire dei fondi appositi.

    Per questo motivo in nostro Gruppo di lavoro, in accordo con il Comune, ha proposto di sviluppare un progetto che utilizzasse le aree Upper come innesco di un processo di riqualificazione più ampio, basato sull’ipotesi di un parco urbano delineato anche in riferimento alle iniziative promosse da parte di comitati ed associazioni di cittadini e abitanti dei luoghi.

    Perché tra i diversi siti lasciati in sospeso avete scelto proprio il Canale delle Acque Medie?

    Il Canale delle Acque medie è un apparato progettato negli anni Trenta. Questo è stato costruito prendendo in considerazione i livelli di pioggia massima (che, ai tempi, risultavano essere quelli registrati nel 1903). Ciò che ne è risultato è però una sezione sottostimata rispetto ai possibili eventi estremi idrologici che hanno interessato il canale. Per esempio, già nel febbraio 1942 il livello di massima piena fu superato di 1 metro con cospicui allagamenti tra Latina e Rio Martino. 

    Fra gli eventi alluvionali che hanno interessato il Canale va inoltre menzionato l’evento dell’8 Novembre 2014 che ha colpito i quartieri Gionchetto e Pantanaccio.  Questi, posizionati sopra un’area originariamente adibita a vasca d’espansione idraulica del Canale delle Acque Medie, ancora oggi vedono un elevato rischio di inondazione.

    Va anche osservato che altri fenomeni possono rendere ancora più elevato il rischio da alluvione: ne sono un esempio l’innalzamento del livello marino o la possibile intensificazione degli eventi di pioggia estrema dovuti all’aumento globale della temperatura.

    Quindi l’intervento sarà volto a eliminare eventuali rischi idrogeologici?

    Si, uno degli obiettivi del progetto è proprio la mitigazione dei rischi dovuti ad eventi idrologici estremi, sia di tipo alluvionale sia conseguenti a siccità.  L’area interessata è infatti particolarmente vulnerabile a entrambi questi rischi. Il problema è quello di pensare soluzioni progettuali che consentano di attenuare un tipo di rischio, per esempio quello alluvionale, senza produrre un incremento non voluto del rischio di altro tipo, per esempio siccità. Per questo sono state previste aree di espansioni per laminare le piene del canale in modo da utilizzarle per la ricarica della falda.

    Quali saranno gli altri obiettivi ambientali?

    Gli obiettivi sono numerosi: difendere le aree urbane potenzialmente a rischio di alluvione come, ad esempio, i quartieri del Quartaccio e del Pantanaccio; consentire il recupero di aree naturalistiche ad uso ricreativo; rendere più resiliente il sistema idrico davanti a eventi di siccità; prevenire l’aggravarsi dell’isola di calore e contribuire alla salvaguardia della biodiversità; migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua e diminuire l’inquinamento del suolo.

    E per quanto riguarda il miglioramento della qualità delle acque?

    Il progetto non è finalizzato specificatamente al miglioramento della qualità delle acque. Questo rimane comunque un importante aspetto che andrebbe tenuto in conto per futuri interventi. Per esempio, l’individuazione di scarichi abusivi e acque non trattate dovrebbe essere perseguita con determinazione.  Ciò nonostante, alcune soluzioni previste per la difesa idraulica dalle inondazioni possono anche contribuire al miglioramento della qualità delle acque.

    Infatti il risanamento del Canale delle Acque Medie ha un obiettivo sociale, oltre che ambientale: la fruizione da parte dell’intera cittadinanza.

    Il progetto vede il suo punto di forza proprio nella sistemazione delle sponde del canale per una valorizzazione sia ambientale che sociale. Questo favorirà il miglioramento degli habitat per la fauna, offrendo allo stesso tempo percorsi di fruizione ciclopedonale e di sosta, comprensivi di una struttura per il birdwatching.

    Inoltre, l’iniziativa permetterà lo sviluppo di start-up dedicate alla produzione di piante e alla fornitura di servizi alla popolazione. Questo significherà, infatti, ridurre l’esclusione sociale e il rischio di povertà di persone marginalizzate attraverso il programma di formazione e inserimento lavorativo per cittadini in situazioni di vulnerabilità.

    I cittadini sono quindi protagonisti della progettazione e della gestione delle aree verdi urbane coinvolte nel progetto. Un obiettivo possibile grazie agli UPPER City Lab, laboratori di co-progettazione, e alle piattaforme web interattive.

    Ci sono già dei risultati tangibili ottenuti grazie al progetto?

    In termini di trasformazioni fisiche non ancora, ma il progetto ha contribuito a delineare una programmazione di opere pubbliche su cui il Comune potrà impegnarsi reperendo i finanziamenti necessari. Nello stesso tempo, gli abitanti hanno a disposizione delle proposte di trasformazione su cui proseguire la maturazione di una coscienza di luogo, continuare a sviluppare l’attività di coprogettazione e, in prospettiva, diventare soggetti propositivi di patti di collaborazione con il Comune.

    Un grazie ai collaboratori del gruppo di lavoro del Ce.R.S.I.Te.S.: Giuseppe Bonifazi; Nice Canari; Mario Giannini; Mauro Iberite; Paolo Marzano; Giovanni Mastrobuoni; Luigi Onori; Andrea Tardio; Gianluca Vavoli; Sergio Zerunian.