La Piana Pontina si dimostra essere particolarmente vulnerabile a modifiche del ciclo idrologico e all’innalzamento del livello marino. Questo è dovuto principalmente alla sua collocazione e struttura morfologica. Tutto ciò può generare fenomeni come la salinizzazione dei corpi idrici sotterranei o il degrado di quelli superficiali. Per questo motivo l’Università La Sapienza si è impegnata in attività di ricerca, dottorati e tirocini su tematiche dell’acqua. L’iniziativa rivolta al Canale delle Acque Medie di Latina rappresenta un esempio di questo impegno.
Noi di Egato 4 Latina abbiamo intervistato Francesco Cioffi e Alberto Budoni, entrambi professori associati presso il Dipartimento di ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Roma La Sapienza, che con il Gruppo di lavoro del Ce.R.S.I.Te.S hanno sviluppato e dato vita al progetto.
Come nasce la scelta di riqualificare il Canale delle Acque Medie?
L’iniziativa nasce nell’ambito del Progetto Upper, finanziato dall’Unione Europea, del bando Urban Innovative Actions iniziato nell’autunno del 2019 e terminato nell’agosto 2023.
Il progetto ha come capofila il Comune di Latina con la partecipazione di diversi partner tra cui il Ce.R.S.I.Te.S., Centro di ricerca e servizi che gestisce il Polo di Latina di Sapienza Università di Roma.
La scelta di agire sul Canale delle Acque medie è dovuta all’esclusione di questo dai siti scelti per un rinnovamento: purtroppo, le difficoltà createsi prima dal Covid e poi dal rincaro dei prezzi delle opere pubbliche hanno indotto il Comune di Latina a restringere i siti dimostrativi su cui intervenire entro agosto 2023. Per i siti esclusi è stato rimandato l’intervento a fasi successive, ovvero al momento in cui sarebbe stato possibile reperire dei fondi appositi.
Per questo motivo in nostro Gruppo di lavoro, in accordo con il Comune, ha proposto di sviluppare un progetto che utilizzasse le aree Upper come innesco di un processo di riqualificazione più ampio, basato sull’ipotesi di un parco urbano delineato anche in riferimento alle iniziative promosse da parte di comitati ed associazioni di cittadini e abitanti dei luoghi.
Perché tra i diversi siti lasciati in sospeso avete scelto proprio il Canale delle Acque Medie?
Il Canale delle Acque medie è un apparato progettato negli anni Trenta. Questo è stato costruito prendendo in considerazione i livelli di pioggia massima (che, ai tempi, risultavano essere quelli registrati nel 1903). Ciò che ne è risultato è però una sezione sottostimata rispetto ai possibili eventi estremi idrologici che hanno interessato il canale. Per esempio, già nel febbraio 1942 il livello di massima piena fu superato di 1 metro con cospicui allagamenti tra Latina e Rio Martino.
Fra gli eventi alluvionali che hanno interessato il Canale va inoltre menzionato l’evento dell’8 Novembre 2014 che ha colpito i quartieri Gionchetto e Pantanaccio. Questi, posizionati sopra un’area originariamente adibita a vasca d’espansione idraulica del Canale delle Acque Medie, ancora oggi vedono un elevato rischio di inondazione.
Va anche osservato che altri fenomeni possono rendere ancora più elevato il rischio da alluvione: ne sono un esempio l’innalzamento del livello marino o la possibile intensificazione degli eventi di pioggia estrema dovuti all’aumento globale della temperatura.
Quindi l’intervento sarà volto a eliminare eventuali rischi idrogeologici?
Si, uno degli obiettivi del progetto è proprio la mitigazione dei rischi dovuti ad eventi idrologici estremi, sia di tipo alluvionale sia conseguenti a siccità. L’area interessata è infatti particolarmente vulnerabile a entrambi questi rischi. Il problema è quello di pensare soluzioni progettuali che consentano di attenuare un tipo di rischio, per esempio quello alluvionale, senza produrre un incremento non voluto del rischio di altro tipo, per esempio siccità. Per questo sono state previste aree di espansioni per laminare le piene del canale in modo da utilizzarle per la ricarica della falda.
Quali saranno gli altri obiettivi ambientali?
Gli obiettivi sono numerosi: difendere le aree urbane potenzialmente a rischio di alluvione come, ad esempio, i quartieri del Quartaccio e del Pantanaccio; consentire il recupero di aree naturalistiche ad uso ricreativo; rendere più resiliente il sistema idrico davanti a eventi di siccità; prevenire l’aggravarsi dell’isola di calore e contribuire alla salvaguardia della biodiversità; migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua e diminuire l’inquinamento del suolo.
E per quanto riguarda il miglioramento della qualità delle acque?
Il progetto non è finalizzato specificatamente al miglioramento della qualità delle acque. Questo rimane comunque un importante aspetto che andrebbe tenuto in conto per futuri interventi. Per esempio, l’individuazione di scarichi abusivi e acque non trattate dovrebbe essere perseguita con determinazione. Ciò nonostante, alcune soluzioni previste per la difesa idraulica dalle inondazioni possono anche contribuire al miglioramento della qualità delle acque.
Infatti il risanamento del Canale delle Acque Medie ha un obiettivo sociale, oltre che ambientale: la fruizione da parte dell’intera cittadinanza.
Il progetto vede il suo punto di forza proprio nella sistemazione delle sponde del canale per una valorizzazione sia ambientale che sociale. Questo favorirà il miglioramento degli habitat per la fauna, offrendo allo stesso tempo percorsi di fruizione ciclopedonale e di sosta, comprensivi di una struttura per il birdwatching.
Inoltre, l’iniziativa permetterà lo sviluppo di start-up dedicate alla produzione di piante e alla fornitura di servizi alla popolazione. Questo significherà, infatti, ridurre l’esclusione sociale e il rischio di povertà di persone marginalizzate attraverso il programma di formazione e inserimento lavorativo per cittadini in situazioni di vulnerabilità.
I cittadini sono quindi protagonisti della progettazione e della gestione delle aree verdi urbane coinvolte nel progetto. Un obiettivo possibile grazie agli UPPER City Lab, laboratori di co-progettazione, e alle piattaforme web interattive.
Ci sono già dei risultati tangibili ottenuti grazie al progetto?
In termini di trasformazioni fisiche non ancora, ma il progetto ha contribuito a delineare una programmazione di opere pubbliche su cui il Comune potrà impegnarsi reperendo i finanziamenti necessari. Nello stesso tempo, gli abitanti hanno a disposizione delle proposte di trasformazione su cui proseguire la maturazione di una coscienza di luogo, continuare a sviluppare l’attività di coprogettazione e, in prospettiva, diventare soggetti propositivi di patti di collaborazione con il Comune.
Un grazie ai collaboratori del gruppo di lavoro del Ce.R.S.I.Te.S.: Giuseppe Bonifazi; Nice Canari; Mario Giannini; Mauro Iberite; Paolo Marzano; Giovanni Mastrobuoni; Luigi Onori; Andrea Tardio; Gianluca Vavoli; Sergio Zerunian.