Oggi è l’Earth Overshoot Day, la data che segna l’esaurimento di tutte le risorse naturali che il pianeta è capace di rigenerare in un anno.
Questa viene calcolata ogni anno dal Global Footprint Network utilizzando i dati di ogni paese e i conti delle loro biocapacità. La data cambia continuamente, anticipandosi di anno in anno.
Il primo Overshoot Day si registrò il 10 dicembre 1972. Da allora, la popolazione è cresciuta del 121%, aumentando la sua impronta ecologica di circa il 60%. E infatti, il 2022 registra il più grande deficit di sempre, cadendo un giorno in ritardo rispetto al 2021 e portando a 19 anni il debito ecologico globale di rigenerazione del pianeta.
Che cosa accade con l’Earth Overshoot Day?
Il nostro pianeta produce differenti risorse biologiche in grado di rigenerarsi autonomamente. Queste, però, non sono illimitate e il loro sfruttamento rischia di creare gravi deficit, tali da provocare una sofferenza e una carenza di risorse a livello mondiale. Questa insufficienza conduce inevitabilmente all’Overshoot Day, giorno in cui l’intera popolazione mondiale inizia ad utilizzare risorse non rinnovabili per il resto dell’anno, attingendo quindi al consumo destinato al 2023.
Con risorse non rinnovabili intendiamo tutto ciò che fa capo al “capitale naturale”, come suoli, foreste, falde acquifere, acqua dolce, zone umide, seminativi, minerali e combustibili fossili. Per poter rigenerare tutte queste ed i loro servizi ecosistemici sarebbe necessaria la biocapacità di 1,75 Terre e tale cifra dovrebbe salire a due Terre entro il 2030.
Inoltre, dobbiamo considerare che non tutti i paesi versano nelle stesse condizioni. Il Global Footprint Network rende noto ogni anno, oltre al dato globale, anche il debito ecologico delle singole nazioni. L’Italia ha segnato in rosso la data del 15 maggio e, secondo i calcoli del National footprint and biocapacity accounts, avremmo bisogno di 5,3 Italie per poter pareggiare il nostro debito ecologico. Quelli italiani rappresentano i dati più alti in termini di sfruttamento delle risorse: siamo infatti secondi solo al Giappone.
Esiste una soluzione?
Da anni esperti e scienziati vagliano soluzioni sostenibili per il Pianeta, ma c’è una verità che non possiamo ignorare: siamo ospiti della Terra e solo nuove politiche di sviluppo e buone pratiche applicate da tutta la popolazione possono salvare le risorse naturali e far nascere un nuovo sistema di sviluppo basato sulla sostenibilità e la rigenerazione.
Il Global Footprint Network ha calcolato e, successivamente, proposto una serie di soluzioni che contribuirebbero a rallentare il l’Overshoot Day:
- Rimboschire 350 milioni di ettari di foresta, intervenendo nella tutela e conservazione degli spazi selvaggi, ripristinando ecosistemi e contribuendo all’agricoltura rigenerativa, questo anticiperebbe la data di 8 giorni;
- Ridurre del 50% l’utilizzo dell’auto, farebbe regredire di almeno 13 giorni;
- Il cibo da solo occupa oggi il 55% della biocapacità della Terra. Se il consumo mondiale di carne fosse ridotto del 50% e queste calorie fossero sostituite da una dieta vegetariana, il giorno sarebbe spostato di 17 giorni, mentre ne sposteremmo 13 dimezzando gli sprechi alimentari nel mondo;
- Efficientare le reti elettriche farebbe arretrare l’Earth Overshoot Day di 21 giorni, mentre alimentarci prevalentemente da fonti di energia pulite lo ritarderebbe di ben 93 giorni, ovvero più di tre mesi.