Irrigazione deficitaria: la soluzione agricola per il risparmio dell’acqua

Uno studio dell’Università di Catania, applicato ad un Consorzio agricolo siciliano, ha dimostrato come la tecnica dell’irrigazione deficitaria possa essere una soluzione ottimale al risparmio idrico.

Il risparmio dell’acqua è diventato un imperativo necessario nella nostra società. Ad oggi si conta che il 70% dell’utilizzo dell’acqua disponibile venga impiegato in agricoltura e, proprio per questo, numerose ricerche si sono concentrate su come poter ottimizzare questo dato riducendo i consumi ed aumentando la disponibilità idrica.

Una prima risposta è arrivata dalla collaborazione tra il Consorzio siciliano Euroagrumi e il Centro Studi di Economia applicata all’Ingegneria dell’Università di Catania, un’unione che ha dimostrato come la cosiddetta “irrigazione deficitaria” possa contribuire al risparmio dell’acqua permettendo al contempo di produrre ottime risorse agricole.

L’irrigazione deficitaria rappresenta una tecnica agricola nella quale viene scelto di applicare sulle culture un grado di carenza idrica, accettando la diminuzione della produzione senza perdere la qualità del prodotto. È un sistema studiato fin dagli anni ’70 ma ancora oggi poco applicato per non dover rinunciare alla quantità di merce agricola prodotta dalla full irrigation.

I mutamenti climatici hanno però accelerato il processo di cambiamento verso un atteggiamento sostenibile e innovativo. In Sicilia, anche a fronte delle trascorse annate caratterizzate da intensa siccità durante le quali il fabbisogno di acqua ha superato le risorse a disposizione della comunità, ripensare ad un’evoluzione nel campo agricolo si è rivelato di primaria importanza.

“Produrre risparmiando acqua non solo è possibile, ma è anche una necessità. – ha esordito Rapisarda, proprietario del Consorzio catanese Euroagrumi – Grazie all’Università di Catania abbiamo messo in pratica l’irrigazione deficitaria che ci ha permesso di risparmiare quasi il 50% dell’acqua di irrigazione per ottenere prodotti di qualità uguale se non superiore. Le piante sottoposte a stress idrico hanno prodotto maggiore vitamina e più antociani. Con resa maggiore in termini salutistici.”

“In agricoltura, con sempre maggiore frequenza, si manifestano annate siccitose – ha affermato Barbagallo, professore dell’Università di Catania – Il Centro Studi di Economia applicata all’Ingegneria dell’Università di Catania sta studiando da oltre un decennio il tema dell’irrigazione deficitaria e di precisione. Negli ultimi 20 anni nella Piana di Catania c’è stata una forte evoluzione dei metodi di irrigazione. Si è passati dall’aspersione e scorrimento all’irrigazione a goccia e poi a quella deficitaria. Con l’irrigazione di precisione e deficitaria abbinate, si risparmia fino al 30% di acqua. Il tema non riguarda solo l’acqua, ma anche la pianta, quindi la scelta di cultivar e delle piante in generale, con combinazioni che possano consentire di risparmiare acqua.”

Grazie alla ricerca e all’innovazione si dimostra quindi possibile un’evoluzione verso il rispetto ed il risparmio dell’acqua in uno dei settori maggiormente coinvolti nell’utilizzo della stessa. Ciò che rende ottimale la scelta di nuove tecniche, come quella dell’irrigazione deficitaria, è il mantenimento della qualità del prodotto, senza quindi dover rinunciare a bontà e genuinità.

Dal Messico arriva il Water Silos: l’acqua in polvere per il risparmio idrico in agricoltura.

Un ingegnere e ricercatore dell’Istituto Politecnico Nazionale messicano CDMX è riuscito a sperimentare un’efficace modalità di risparmio idrico nell’agricoltura attraverso un interessante polimero, da lui chiamato Water Silos.

In Messico, dove le risorse idriche scarseggiano e l’ambiente diventa sempre più ostile per il settore primario, è stata adottata una soluzione per correre in soccorso agli agricoltori: l’acqua in polvere.

È Sergio Jesus Rico Velasco, ingegnere e ricercatore presso l’Istituto Politecnico Nazionale di CDMX (Messico) ad aver dato vita al materiale. Riconosciuto da Discovery come “la mente più brillante del Messico”, Velasco ha sviluppato una sostanza chimica – da lui chiamata Water Silos – in grado di assorbire l’acqua piovana per poi solidificarsi e trasformarsi in polvere.

L’acqua in polvere rappresenta un polimero a base di potassio non tossico e biodegradabile. Il suo funzionamento è apparentemente semplice: il materiale intrappola l’acqua piovana trattenendola; quindi, si solidifica – impedendo al liquido di filtrare o evaporare – e, una volta che l’umidità si è completamente estinta, il polimero si trasforma in polvere che verrà utilizzata successivamente nell’irrigazione.

L’invenzione si rivela quindi benefica non solo per gli agricoltori, ma dà un contributo alla cura delle risorse idriche mondiali: un chilo di Water Silos potrà infatti immagazzinare 500 litri d’acqua, riducendo la quantità utilizzata per l’irrigazione tra il 50 ed il 90%. Il dato è rilevante se si pensa che l’ONU abbia dichiarato che l’irrigazione agricola utilizzi ad oggi il 70% dell’acqua mondiale.

Oltretutto questo tipo di materiale si presenta come amico del suolo: proteggendolo dall’erosione e prevenendo la contaminazione dell’Aqua, il polimero potrà rimanere sul terreno per un tempo pari a 10 anni.

Un’innovazione, questa, che ci dimostra come la scienza applicata alle tecniche agricole possa sviluppare contributi fondamentali per il rispetto ed il risparmio idrico.

FONTE: Ambientebio.it