Ogni anno, il 22 marzo, celebriamo la Giornata Mondiale dell’Acqua, un’importante ricorrenza istituita agli inizi degli anni Novanta dalle Nazioni Unite (ONU). L’appuntamento annuale mira a sensibilizzare e ispirare all’azione per affrontare le sfide legate alla crisi idrica e igienico-sanitaria, portando alla luce ogni anno un nuovo tema centrale.
Per il 2024, il tema scelto è “Leveraging water for peace” (“L’acqua per il raggiungimento della pace”), un richiamo alla necessità di utilizzare la risorsa idrica come strumento per promuovere la pace e la cooperazione internazionale.
“Acqua e pace”: il tema scelto per il 2024
In un particolare periodo geopolitico caratterizzato da crescenti tensioni e da cambiamenti climatici sempre più evidenti, l’acqua riveste un ruolo cruciale nel promuovere la pace e la stabilità.
Più di 3 miliardi di persone nel mondo dipendono dalle risorse idriche che attraversano confini nazionali: sono 153 i Paesi che condividono fiumi, laghi o falde acquifere, ma solo 24 di questi dichiarano di avere accordi di cooperazione internazionale. La scarsità e l’inquinamento dell’acqua possono, inoltre, aumentare le tensioni tra le comunità e i Paesi, rendendo fondamentale una cooperazione transfrontaliera per affrontare le sfide comuni legate alla gestione delle risorse idriche.
Idrodiplomazia: utilizzare l’acqua come strumento per la pace
L’idrodiplomazia si configura come un approccio strategico che mira a utilizzare la risorsa idrica come mezzo per promuovere la pace e la cooperazione internazionale.
La cooperazione in materia d’acqua può, infatti, aiutare le popolazioni a mitigare e ad adattarsi a un clima che cambia, insegnando e provvedendo a gestire tali cambiamenti. Solo nel nostro paese, i tragici eventi dovuti alle alluvioni del 2023 sono costati oltre 400 milioni di euro: la cooperazione in materia di acqua rappresenta, in questi casi, fattore essenziale per la salute umana e per la prosperità pubblica e la lotta allo spreco, nonché una resistenza vitale agli eventi meteorologici estremi.
Ma l’idrodiplomazia deve tradursi anche su piccola scala, per una “piccola pace”, quella delle comunità locali: la risorsa idrica risulta ancora un tema divisivo che, se non divulgato in maniera corretta, può generare conflitto tra cittadini e istituzioni. Ancora troppo scarsa è la conoscenza della gestione idrica all’interno delle comunità, per questo ogni giorno, come Egato, ci impegniamo a rendere quanto più trasparente possibile il miglioramento del Servizio Idrico grazie al contributo sinergico dei cittadini e dell’Unione Europea.